Trattamento integrativo (ex bonus Renzi) in busta paga o nel 730? Come fare
Il Bonus Renzi, o trattamento integrativo IRPEF, è ancora previsto nel 2023, ma con alcune modifiche. Per redditi fino a 15mila euro annui, spetta un importo fisso di 100 euro al mese, mentre per redditi tra 15mila e 28mila euro, il bonus è calcolato in base alle detrazioni rispetto all’imposta lorda dovuta. Vediamo insieme nel dettaglio.
Anche nel 2023, il trattamento integrativo IRPEF, noto come Bonus Renzi, è ancora presente in busta paga. Tuttavia, ci sono delle novità riguardanti l’importo e le condizioni di spettanza a seconda del reddito dei lavoratori.
Ex bonus Renzi: entro quali redditi
Per chi guadagna fino a 15mila euro annui, il Bonus Renzi resta invariato a 100 euro al mese. La normativa interviene sul decreto 3/2020, prevedendo un trattamento integrativo di 1200 euro all’anno, non considerato nella formazione del reddito.
Per i redditi compresi tra 15mila e 28mila euro, il Bonus Renzi spetta solo se le detrazioni superano l’importo dell’imposta lorda dovuta. Se le detrazioni sono maggiori dell’imposta, il bonus è calcolato come la differenza fino a un massimo di 1200 euro all’anno.
Eliminazione per redditi oltre 28mila euro
Per redditi superiori a 28mila euro, il trattamento integrativo è stato abolito. Questa misura transitoria, prevista solo per il 2020 e 2021, non è più in vigore, quindi non spetta il bonus per redditi oltre tale cifra.
Recupero del Bonus Renzi non fruito
Per gli importi spettanti e non ricevuti in busta paga, è possibile recuperare il trattamento integrativo tramite la dichiarazione dei redditi (730). Il CAF o l’Agenzia delle Entrate calcoleranno l’imposta dovuta e verificheranno se il bonus è stato correttamente applicato durante l’anno.
Indicazione nel modello 730
Se il Bonus Renzi è stato già fruito, sarà necessario indicarlo nel prospetto di liquidazione (modello 730-3) nel rigo C14 del quadro C, in modo da ricalcolare l’importo in base ai redditi e alle detrazioni complessive.