Franchigia dell’assicurazione: cos’è e come funziona?

Manuela Margilio
  • Laureata in Giurisprudenza presso l'Università di Torino

Quando si deve sottoscrivere una polizza di assicurazione, di qualsiasi tipologia, occorre tener conto della presenza di una eventuale franchigia. È opportuno sapere in cosa consiste, a quanto ammonta e come funziona, al fine di evitare spiacevoli sorprese.

Polizza, Assicurazioni

Nell’ambito di una polizza di assicurazioni la franchigia è una somma di denaro fissa, quantificata dalla Compagnia di assicurazioni, che resta a carico dell’assicurato.

Non tutte le assicurazioni la prevedono e anche ove presente gli importi possono essere molto differenti. Solitamente più è alta la franchigia e maggiore è lo sconto applicato sul premio da versare.

Occorre effettuare una precisazione in merito poiché essa può essere di due tipi: assoluta o relativa. Vediamo le differenze.

La franchigia assoluta

Quando ci si trova dinnanzi ad un contratto di assicurazione contenente una franchigia assoluta, la polizza assicurativa sottoscritta interviene per coprire le somme superiori all’importo indicato.

Per fare un esempio, ipotizziamo che la somma riportata come franchigia, sia pari a 250 euro; essa costituirà la parte di danno sempre a carico dell’assicurato. Nel caso di un danno pari a 200 euro l’assicurazione nulla dovrà all’assicurato. In caso di danno pari a 300 euro, l’assicurazione dovrà corrispondere all’assicurato una somma pari a 50 euro.

La franchigia relativa

Polizza, Assicurazioni

In caso di franchigia relativa, qualora si superi tale cifra, a differenza di quella assoluta, l’assicurazione coprirà l’indennizzo interamente.

Ipotizzando un danno pari a 400 euro e una franchigia di 350 euro, l’assicurazione verserà l’intera cifra di 400 euro.

Lo scoperto: qual è la differenza con la franchigia

Al posto della franchigia una polizza di assicurazioni può contenere uno scoperto. Si tratta in questo caso di un importo definito in percentuale. Anche lo scoperto, come la franchigia, indica la parte di danno che resta a carico dell’assicurato. Si tratta di due concetti differenti che spesso vengono confusi perché hanno funzioni simili.

Ciò che è bene sottolineare è che lo scoperto non viene mai contrattualizzato in cifra fissa bensì come una percentuale del danno.
Lo scoperto può prevedere anche un minimo e un massimo. Ad esempio può essere pari al 10% con un minimo di 250 e un massimo di 5000 euro.