Facebook, WhatsApp, Instagram down: perché e cosa è successo?

Dopo il down clamoroso della rete di social network più popolare del mondo, arrivano le prime indiscrezioni sulle motivazioni del down: ma perché Facebook, WhatsApp, Instagram hanno smesso di funzionare per oltre 5 ore? Ecco cosa è successo

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Il panico tra gli utenti è stato fin troppo evidente: milioni di persone in tutto il mondo, da un momento all’altro, si sono visti bloccare i loro social network preferiti: come tutti sappiamo Facebook, WhatsApp, Instagram per oltre 5 ore sono stati irraggiungibili, diventando di fatto la notizia della giornata.

Ma cosa ha generato il down che ha creato non pochi problemi a milioni e milioni di utenti? Eh già, perché ricordiamoci che questi tre social non sono solo luoghi di svago ma, per tantissimi, sono strumenti per lavorare, vendere, acquistare e app per comunicare con colleghi e clienti.

A chiedere scusa per l’accaduto è stato lo stesso Mark Zuckerberg che ha scritto

“Scusate per l’interruzione, sappiamo quante persone fanno affidamento sui nostri servizi per restare connesse”:

Perchè Facebook, WhatsApp, Instagram si sono bloccati?

datacenter faceobok

La prima motivazione divulgata ufficialmente, parlava di alcune modifiche apportate nella configurazione dei router (responsabile dello smistamento del traffico di rete dei tantissimi centri dati del colosso)
A spiegare la cosa è stato il vice presitente Santosh Janardhan

Questa interruzione del traffico di rete ha avuto un effetto a cascata sul modo in cui comunicano i nostri centri dati, bloccando i nostri servizi

In sostanza i tre social erano stati “scollegati” dal web, tutto a causa di un aggiornamento.
A spiegare in modo semplice il problema, è stato John Graham-Cumming (chief technology officer di Cloudflare) consultato dal New York Times

Il problema interno che si è verificato in Facebook è stato l’equivalente del rimuovere i numeri di telefono degli utenti dai loro nomi in rubrica, rendendo impossibile chiamarsi

E così Facebook è stata costretta a “spedire” una squadra di super tecnici in California per risolvere il problema nei data center di Santa Clara: un lavoro che ha richiesto una sorta di reset manuale dei server